Ehilà gete!!! Finalmente la scuola è finita e l'unica cosa che ce la fa ricordare sono i compiti delle vacanze.

Voi vi sarete chieste: Perchè sta qui ci vuole parlare di questi qua che abbiamo già fatto a scuola?!

Be' pechè oltre a essere il mio secondo popolo preferito, per primi ci sono gli antichi egizi, sono molto estivi.

Avete capito bene: estivi e anche EXPO!

Loro amavano e rispettavano la natura e cacciavano soltanto quello di cui avevano bisogno.

E ora ecco a voi i nativi americani!

I natvi americani e la natura.

Anche se gli indiani d' America costituissero una moltitudine di tribù differenti tra loro, essi condividevano alcuni elementi culturali e religiosi. Uno di questi era l'amore per la natura. Tutti i nativi avevano una speciale affinità con la natura e l'ambiente in cui vivevano; celebravano nella terra l'origine della loro stessa vita, una vita come la terra essenzialmente      spirituale. La natura è per gli indiani il palcoscenico dove si incontrano il regno degli spiriti e il mondo umano. Per essi l'equilibrio ecologico e la conservazione delle risorse naturali sono la garanzia della loro esistenza: la terra non ha per loro alcun valore economico. La terra è Madre da cui tutti gli esseri viventi traggono nutrimento, essa rappresenta le fondamenta stesse della loro identità. La spiritualità e la religione sono profondamente radicate in essa. La terra è vista come una Madre che dona il suo corpo per il nutrimento dei suoi figli. Quando uno di essi muore ritorna nel grembo della terra, lo stesso grembo da cui è nato. Piante, animali, rocce partecipavano con gli uomini alla vita sulla  terra. I pellerossa si rivolgevano ad essi come a loro fratelli in quanto nati dalla stessa  Madre e concepiti da un unico Spirito (Wakan Tanka). 

 

Il sentimento di  fratellanza con tutte le creature della terra per gli indiani era un  principio reale dal quale scaturivano conseguenze concrete: se il cuore dell'uomo si separa dalla natura esso diventa crudele. Per gli indiani la mancanza di rispetto per le cose che crescono porta di conseguenza alla mancanza di rispetto per gli uomini. Il rapporto che essi      avevano con la Madre terra era totale tanto da coinvolgere tutti i sensi dell'uomo sia sul piano fisico che spirituale. Gli indiani sentivano il respiro della  natura, ascoltavano i suoni della vita e vedevano l'energia presente in tutte le  cose.      Questo amore per la natura non deriva da una legge divina ma è il risultato di passioni tramandate dall'antichità. La natura e tutte le cose sono dunque fratelli di sangue in quanto figli di Wakan Tanka, il Grande Spirito. Solo nella relazione con la natura l'uomo ritrova se stesso e il senso della vita.

Grazie al loro stretto legame con la natura i nativi svilupparono una forte sensibilità nei confronti del mondo animale. Gli animali potevano entrare in stretto contatto con gli esseri umani e comunicare con loro. In questa relazione rituale tra      mondo umano e animale, l'orso svolgeva un ruolo centrale. L'orso era infatti l'animale tenuto in maggior considerazione dagli Indiani delle Grandi Pianure, sta di fatto che i guerrieri vedevano in lui la forza, il coraggio, l'energia, la rabbia, e lo imitavano nel comportamento e nell' abbigliamento per assimilarne l' essenza. In molte culture indiane dell'America del Nord sciamano e orso intrattengono una stretta  relazione. Secondo i lokata quando un uomo nella sua visione vede      l'orso, quella persona dovrà diventare un uomo di medicina. Gli sciamani lokata  chiamano l'orso HUNONPA termine che generalmente significa essere a due zampe, bipede e che si riferisce all'uomo. Gli sciamani si rivolgono a HUNONPA        perché il suo spirito fa parte dei tobtob (gli spiriti benevoli) che rileva i segreti agli uomini sacri.

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